Le 12 Contrade

Torre


Colori: Bianco e Celestenuovo
Araldica: Troncato di bianco al busto di leone rampante rivoltato di celeste, alle due fasce di bianco e di celeste caricate di una torre d’argento.
Simboleggia: Forza, ardire, antica nobiltà
Vittorie: 1 ( 2013 )
Santo patrono: S. Gregorio Magno (12 Marzo)
Contrada rivale: Massarella


Storia

Il passato di questa contrada affonda le sue radici nell'epoca preistorica, quando il suo territorio in prossimità della palude era abitato da uomini che pescavano e cacciavano. Alcuni frammenti di ceramica di età tardo-romana sono la più antica fonte che attesta la presenza della Torre, in questo territorio. Poi a partire dalla fine del '200 si iniziò a parlare, per la presenza lungo la via Francigena di una torre posta a guardia di una piccola fortezza, di "podium de la Torre" e nel corso del Basso Medioevo tale "podium" venne spostato in prossimità della chiesa di S.Gregorio Magno. Nel 1018 viene designata come "Villa S. Gregorii ” e nel 1100 viene ribattezzata come “Ultrarivo” o “Ultrarìo”. Ciò costituisce, inoltre, la prima documentazione che lega il nome di S.Gregorio alla presenza di una cappella a lui dedicata e che si pone a conferma della tradizione secondo cui Papa Gregorio Magno, attorno al VI secolo, fece scaturire una fonte in un momento di grave siccità. I torrigiani, ancora oggi, commemorano la morte del santo recandosi in processione alla fonte, dove viene fatta la tradizionale benedizione, ogni 12 marzo. Il Castello di Ultrarìo possedeva un’amministrazione autonoma, ma nel 1309 passò sotto l’amministrazione e protezione del già munito e forte Castello di Fucecchio, insieme a Cappiano e Massa Piscatoria (l'attuale Massarella). Nel 1400 il borgo venne chiamato "San Gregorio alla Torre", mentre nel 1855 il suo nome venne ulteriormente modificato in "Torre d'oltrArno".



San Pierino


Colori: Arancio e Azzurro
Araldica: Tagliato d’azzurro a due fasce d’arancio, d’argento al ponte di un arco d’azzurro teche attraversa un fiume attraversato da una barca a vela.
Simboleggia: Animo forte e diritto di passaggio sui fiumi
Vittorie: 4 (2005 – 2006 – 2007 – 2010)

Storia

Il borgo di questa Contrada non vanta uomini insigni, a differenza delle altre, ma fu abitato da semplici cittadini che sacrificavano le loro giornate nello svolgimento di umili mestieri, usufruendo della loro unica ricchezza e risorsa, l'Arno Questa loro dedizione lavorativa Parliamo appunto dei “Renaioli” che toglievano dal greto dell’Arno tali prodotti con i corbelli, trasportandoli sugli argini, con la sola forza delle loro braccia, giorno e notte,  che li ha accompagnati per secoli, sembra essere stata loro tramandata dai “Navicellai”,i quali in epoche ancora più remote, quando l’Arno era navigabile, trasportavano materiale da Firenze a Pisa tirando le barche con le funi, camminando lungo i greti o lungo gli argini.



Cappiano


Colori: Verde e Azzurro
Araldica: Troncato di bianco al ponte di quattro archi, traversante un fiume d’azzurro, di verde ondulato alla fascia ondulata d’azzurro.
Simboleggia: Antica e cospicua nobiltà, diritto di pedaggio
Vittorie: 1 (1984)
Santo patrono: S. Bartolomeo (24 Agosto)
Contrada rivale: Ferruzza

Storia

La contrada deve il proprio nome alla presenza sul poggio, dominante il paese attuale, di un castello chiamato "Cappiano" che venne costruito in tempi assai remoti. Cappiano, durante il corso del Medioevo, fu protagonista di numerosi assedi, guerriglie e distruzioni, dovuti ai numerosi cambiamenti delle Signorie che controllavano il borgo. La sua storia è particolarmente influenzata dal dominio esercitato dalla famiglia dei Medici. Difatti fu proprio un membro dei Medici, Cosimo I, che ordinò la costruzione del Ponte Mediceo, tutt'ora esistente, sopra la Gusciana (oggi Usciana) il canale che raccoglieva e ancora oggi raccoglie le acque del padule. È anche al Ponte Mediceo che l'odierno paese di Ponte a Cappiano, appartenente alla contrada del Cappiano, deve il suo nome.



Massarella


Colori: Rosa e AzzurroMassarella
Araldica: D’azzurro ai due delfini di carnagione addossata.
Simboleggia: Protezione, luogo di atto alla pesca, nobiltà di natali
Vittorie: 5 (1998 – 2000 – 2003 – 2004 – 2016)
Santo patrono: S. Maria (8 settembre)
Contrada rivale: Torre


Storia

Il più antico documento in cui viene citata Massa Piscatoria, storico nome di Massarella, è l'Editto Imperiale di Ottone III del 25 Febbraio 998, che attesta che il borgo fece parte dei possedimenti del  Vescovo di Pistoia, Antonio, per 8 anni. Successivamente il Granduca di Toscana la assegnò alla Diocesi di Pescia ed è, anche oggi, l'unico paese del comune di Fucecchio che ne fa parte.Divenne parte dei possedimenti di Fucecchio solo nel 1309, in seguito agli scontri tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1320 il Castello e il Castelletto di Massarella vennero distrutti dall'allora signore di Lucca, Castruccio Castracani, causando lo spopolamento del paese. I primi segni di rinascita e di ripresa delle attività comparvero nel 1540 con l'arrivo della famiglia dei Lampaggi, i quali ricostruirono il Castelletto. Inoltre 7 cittadini di Masserella furono vittime dell'Eccidio del Padule di Fucecchio svolto dai tedeschi il 23 Agosto 1944. In loro memoria e di tutti i caduti durante il secondo conflitto mondiale sono stati intitolati la piazza principale, il Parco della Rimembranza e il Giardino della Memoria. Lungo tutto il paese, inoltre, è possibile osservare dei piccoli tabernacoli al cui interno sono presenti immagini e sculture sacre in onore della Madonna, Patrona di Masserella.



Porta Bernarda


Colori: Rosso e Nero
Araldica: Troncato di nero e di rosso al leone rampante dell’uno all’altro.
Cimato di corona di nobile.
Simboleggia: Forza, coraggio, ardire.
Vittorie: 6 (1989 – 1992 – 2000 “S” – 2002 – 2005 “S” – 2008)
Contrada rivale: Porta Raimonda


Storia

Il nome di Porta Bernarda,deriva sia da una delle porte più importanti delle mura del Castello di Fucecchio sia dal nome “Bernardo”,  personaggio appartenente ad una delle due famiglie più potenti di Fucecchio nel Medioevo, i Simonetti, molto probabilmente “ingiuesi”, mentre la famiglia rivale erano i Della Volta, “insuesi”. Il territorio di questa Contrada si estendeva dall’inizio dell’attuale via Nelli e i fossati che derivavano direttamente dall’Arno.Questi fossati si trovavano davanti alle Mura castellane e in linea d’aria all’altezza del Corso Matteotti.  Tra questi fossati sembra che ve ne era uno più grande detto “bianco”, ma presso cui si trovavano l’Abbazia di S. Salvatore e il Ponte di Bonfiglio mantenuto dai “Frati”, sopra la Via Francigena, nonché il porto dell’Arno, indispensabile per i commerci del paese. V’è poi da notare che nel 1710, nell’oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, fuori le mura, che poi divenne Chiesa della Vergine delle Vedute nel 1839, nacque la “Confraternita dei Coronati Incappucciati Scalzi” i cui membri, originariamente costituito da ventun persone, appartenenti alle principali famiglie del paese, dovevano indossare, nelle sacre funzioni e nelle processioni,cappe fatte di “sacco rosso”.
Piazza Montanelli, divenne in seguito un centro di stallaggi, postiglioni e venditori ambulanti, essendo diventata sede di mercato e non solo delle merci prodotte nelle campagne.
La contrada Bernarda è una delle contrade più ricche del palio, infatti nel suo territorio ospita ben due famose gioiellerie e negozi di notevole importanza.
Il gruppo degli sbandieratori, uniti e affiatati, ogni anno stupisce il pubblico, sono uno dei migliori gruppi di lanciatori insieme a Sant’Andrea e Borgonovo.



Querciola


Colori: Arancio e Verde
Araldica: Di verde alla croce di S. Andrea aranciata e 4 fiordalisi dello stesso, bordato d’arancio, agli angoli di verde.
Simboleggia: Speranza, fede, felicità pubblica
Vittorie: 5 (1982 – 1994 – 1997 – 2014 – 2015)
Patrono: S. Giovanni Battista (24 Giugno)

Storia

La contrada Querciola si trova al confine tra Fucecchio e Ponte a Cappiano, ed è la più piccola per numero di abitanti che vi risiedono; la sua denominazione deriva dalla strada principale di questa zona cioè “via della Querciola”. I contradaioli di questa contrada sono molto vivaci e organizzati sia nel periodo del palio che in tutto l’anno, infatti vengono preparate cene di contrada, durante le quali si gioca, si canta e si balla.
Ogni mese di aprile vengono organizzate manifestazioni sportive tra le quali la gara agonistica di montain-bike e gite nei vari luoghi d’Italia. La contrada dispone di un gruppo di musici fondato nel 1986 e sbandieratori istituito nel 1996, particolarmente  tra loro che si esercitano duramente durante tutto l’anno, per esordire al meglio nella sfilata di maggio.




Porta Raimonda


Colori: Giallo e Azzurro
Araldica: D’azzurro alla banda di giallo-oro, caricata di una branca di leone d’azzurro. Cimato di elmo di capitano.
Simboleggia: Forza, lavoro
Vittorie: 3 (1993 – 1996 – 1999)
Patrono: S. Teofilo (19 Maggio)
Contrada rivale: Porta Bernarda


Storia

La contrada capitana Porta Raimonda prende il suo nome dal  capitano generale aragonese delle truppe guelfe, Raimondo da Cardona, al quale fu dedicata una porta del castello che sorgeva  in cima a Via Porta Raimonda.

La soglia dell’antica porta, ritrovata nel 1976 si trova in piazza La Vergine dal 1991. Il territorio della contrada è molto vasto, si estende infatti ad est di Fucecchio dal centro storico, passando per la periferia fino al  vicino comune di Cerreto Guidi. Percorrendo le strade del rione troviamo lo storico edificio, utilizzato  come macello dal comune, ma costruito dai Frati Francescani nella seconda metà del 1800, il municipio con la splendida facciata risalente al tardo seicento fiorentino, il convento e la chiesa della Vergine.

Il complesso costruito intorno al 1400 è punto di riferimento di  tutto il popolo raimondino. Adesso il convento è diventato monastero dei padri missionari Identes ma, per circa cinque secoli, ha ospitato i Frati Francescani. Uno in particolare, il padre spirituale della contrada, Padre Angelico Ceci al quale di recente è stata dedicata una piazza proprio dietro la chiesa.

Di una grande  importanza storica ed artistica sono gli affreschi, recentemente restaurati, del chiostro. Nei giorni del palio, il popolo che si trova in  Via Giordano vive a stretto contatto con la chiesa e la piazza ,vista la collocazione dall’anno 2000, della stalla dove si trova il cavallo. La contrada capitana Porta Raimonda è una delle più attive organizzando per l’intera durata dell’anno svariati eventi atti a coinvolgere tutti i contradaioli.

Le manifestazioni più importanti sono la Contesa del Branca (ultima domenica di aprile), la Cena Medievale nella splendida cornice del chiostro dei frati, la Sfilata di Moda e l’immancabile, ormai dal 1993, Festa Brasiliana che anima le calde sere di Giugno. Vanto della contrada inoltre sono i gruppi musici e sbandieratori; quello storico, nato ufficialmente nel 1984, ma già attivo dal 1982 e quello dei piccoli raimondini che, dal 2001 dà l’opportunità a circa 40 bambini di essere a tutti gli effetti parte integrante della vita contradaiola.



Ferruzza


Colori: Bianco e Nero
Araldica: Vaiato di bianco e di nero, caricato di un airone cenerino d’argento.
Simboleggia: Grande nobiltà, preminenza di onori
Vittorie: 1 (1981)
Patrono: Madonna dell’Assunta (15 Agosto)
Contrada rivale: Cappiano


Storia

Le origini della Ferruzza, o Ferruccia, risalgono alla prima metà del 1300. Secondo alcuni storici si rammenta un certo Perizzo o Pieruccio di Nuto, che avendo fatto costruire una fonte, da lui detta appunto “Fonte Peruzza”, in seguito il nome venne cambiato  in “Fonte della Ferruzza”.

Il Canonico Giulio Taviani scrive: “Nella metà del 700 Pieruccio fu il capostipite di una buona famiglia fucecchiese già estinta nel 1600. Non fu mai ricca, ma ebbe i suoi onori in patria dopo la partenza delle famiglie magnate”. E’ evidente che la Chiesa della Ferruzza, quando fu costruita, prese nome dalla fonte che là si trovava  e che tuttora esiste.

Per quanto riguarda il nome Ferruccia, è rammentato da un certo Machiavelli, sembra essere stata una zona di ferraioli o fabbri ferrai, i quali lavoravano gli arnesi agricoli di una vasta zona, essendo Fucecchio un comune molto grande e agricolo nell’epoca della dinastia dei Cadolingi. Dunque il nome Ferruccia, può provenire anche da ferro, ovvero dai ferraioli.

La Ferruzza era parte in collina e parte in pianura (com’è tutt’oggi), popolata da lavoratori tra i quali vi fu un’illustre scrivano, un certo Fra Bartolomeo da Fucecchio (non era un frate, ma un Notaio), nativo della Ferruzza nel 1515. Per quanto riguarda il nome Ferruzza, c’è comunque un’altra storia che sembra quella più credibile. Secondo quanto si legge da un manoscritto del 7 dicembre 1385, relativo ad un legato o contratto, il testatore volle essere seppellito nella Chiesa dei Santi Filippo e Iacopo a Vignale (PT), e volle mettere il nome Ferruccia ad un Ufficio che a quell’epoca si trovava alla Ferruzza, e nel quale venivano valutate varie merci, tra i quali grano e pasture, che i terreni fucecchiesi producevano in abbondanza.



Samo


Colori: Rosso e Azzurro
Araldica: Tagliato d’azzurro e di rosso al leone rampante dell’uno all’altro.
Simboleggia: Forza, coraggio, ardire
Vittorie: 1 ( 2011 )
 Patrono: Madonna del Buon Viaggio

Storia

Pare che la zona di questa Contrada sia stata fondata da una colonia greca lì fermatasi. Abitata prevalentemente da pastori e pescatori, quest’ultimi erano favoriti perché si trovavano in  vicinanza del fiume Arno, era una zona di molto  vasta, tanto che non esisteva un vero e proprio nucleo abitato. Nel 1428 l’unico agglomerato di abitazioni era dato da quel luogo oggi denominato “Saettino”, il quale fungeva da approdo per quelle imbarcazioni che sfruttavano il fiume come via di comunicazione. Il personaggio, con cui questa Contrada lega la sua storia, è il grande condottiero Niccolò Fortebraccio. 

Proprio in questa zona di Fucecchio sembra che egli  risiedesse abitualmente per il controllo di tutta la zona del Valdarno Inferiore. Niccolò Fortebraccio era un valoroso Capitano e di lui esistono delle citazioni che lo descrivono molto audace, magnanimo e virile, intrepido nella sventura. Non conosceva la paura, meno fortunato che prode nelle battaglie. Incapace di quiete, pronto di mano e di consiglio, irreligioso, superbo, crudele, uomo perverso, piccolo di statura. 

E’ senza soldo a Fucecchio ed allora viene assunto nuovamente  dai fiorentini per sottomettere Volterra che si è ribellata alla repubblica. Asseconda i commissari Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi. A Volterra viene ucciso Giusto Landini che ha capeggiato la sedizione: in tre giorni i fiorentini rientrano nella città. Gli è ridotta la condotta a 10 lance, per cui  Fortebraccio preferisce essere licenziato,ma egli che non è uomo da stare ozioso e che soltanto dalle guerre trae ragione di vita e di interessi, cova il segreto desiderio di rinfocolare l’ormai spento odio contro la vicina Lucca.

Tutto questo perché sia l’ardito pensiero lo alletta, sia perché é sollecitato all’impresa dagli stessi fiorentini, da messer Rinaldo degli Albizi e Neri Capponi, che un bel giorno, quando corre l’anno 1429, egli decide di muoversi, e con 300 cavalli e altrettanti fanti, si dirige  alla volta di Buti occupandola insieme a Pieve di Compito, ove vi si trovava un Castello dei lucchesi, seminando rovine il contado. Alla fine, i fiorentini escono allo scoperto, lo ingaggiano ufficialmente e dichiarano guerra ai lucchesi.



Sant'Andrea


Colori: Rosso e Verdesantandrea
Araldica: Trinciato di verde e di rosso alla croce di S. Andrea ancorata dell’uno all’altro e bordata d’oro; sul tutto profilo di torre. Cimato di corona di nobile.
Simboleggia: Fede, onore, vittoria, valore, guerriera nobiltà
Vittorie: 4 (1987 – 1991 – 2009 – 2012)
Santo patrono: S. Andrea (30 Novembre)

Storia

Questa Contrada abbraccia il cuore del centro storico, comprendendo l’intera area che anticamente era occupata dal Castello di Salamarzana, primo nucleo intorno al quale, si andò formando l’intero paese intorno ai primi anni del 1300, quando esso sembra aver acquistato caratteristiche abbastanza definitive.
Entrando nel Castello dalla Porta Nuova (che si apriva in corrispondenza della torre, detta poi di Castruccio), si poteva percorrere la vera e propria Contrada di S. Andrea, così chiamata grazie ad una Chiesa che li vi era situata (ricordata per la prima volta nel 1202), e successivamente al Monastero fondato nel 1330 da Monna Lippa Bostichi  dei Della Volta, edifici questi che sorgevano nella piazza Lavagnini (la dove oggi c’è l’ospedale S. Pietro Igneo)dove risiedevano le famiglie più antiche e potenti, a cominciare dai Visconti che avevano la propria dimora proprio davanti alla Chiesa.

Subito dopo (con l’attuale via Guglielmo di S. Giorgio) iniziava la cosiddetta “Volta”, ovvero l’ampia curva che scendeva verso l’attuale piazza V. Veneto. Era detta anche “Volta di S. Giovanni” data la vicinanza dell’antica pieve di S. Giovanni. Da questo luogo prese nome un vasto gruppo di famiglie magnatizie, un tempo riunite in consorteria, poi spesso in lite tra loro, che si chiamarono appunto “Della Volta”, e che ebbero qui case e palazzi.
 Era questa la zona più ricca e socialmente qualificata di Fucecchio e certamente qui sorgevano le dimore più belle, con chiostri e loggiati.

Arrivati sulla Piazza, che non aveva altro nome, poiché era la principale del paese, la “platea per eccellenza”, si potevano vedere le numerose botteghe che il Comune concedeva ogni anno in affitto. Questo era  il centro politico del paese e spesso il Consiglio si riuniva sotto il loggiato del Palazzo del Podesta, sorto proprio in quegli anni, anche se in forme diverse da quelle attuali.

Era inoltre il centro economico dove confluiva il pesce pescato nelle  ricche acque della Gusciana e dove si vendevano all’incanto il gioco dei dadi, la gabella delle porte e quella delle meretrici. Sul Poggio si vedeva la pieve,  più piccola dell’attuale Collegiata, in basso si poteva scorgere il profilo della torre della Valle che difendeva l’omonima Porta e, più alta, la torre del Cassero sul luogo dove poi fu costruita la Rocca.

Scendendo dall’attuale via Borgo Valori, si arrivava alla “piazzetta” dove si trovava una vecchia Porta che segnava probabilmente il limite dell’antico Castello.L'aumento della popolazione aveva fatto ormai traboccare le case oltre alle vecchie mura ed erano nati così i nuovi borghi: Gattavaia (l’attuale via Manzoni) e Borghetto (l’attuale via Lamarmora). Più ad occidente le ultime case del Poggio Alberighi, o Poggetto, erano guardate dalla torre di Bicchieraia che segnava il confine con l’aperta campagna.



Borgonovo



Colori: Bianco e Rosso
Araldica: Inquartato: traversato di 5 pezzi nel 1° e di 4 nel 4° di rosse e bianche. Nel 2° di bianco alla testa di cavallo di rosso; nel 3° di bianco al ponte di un solo arco di rosso.
Simboleggia: Valore, intraprendenza
Vittorie: 4 (1983 – 1986 – 1988 – 1995)
Contrada rivale: Botteghe

Storia

La contrada è nata da poco, sviluppandosi soprattutto nell’ultimo secolo, da questo prende il nome la stessa contrada.
I luoghi pubblici più importanti in Borgonovo sono costituiti dallo stadio e dalla palestra comunale, dalle scuole medie statali e dalla centrale Piazza XX Settembre, ma anche le attività commerciali in questa zona acquistano man mano sempre più importanza.
Il gruppo musici è composto da tamburi, sbandieratori e chiarine. Questa è la prima contrada che nel 1984 ha creato il gruppo musicale degli stamburatori, grazie ad un gruppo di giovani che ebbero questa innovativa idea..
Nell’anno 1993 è nato il gruppo degli sbandieratori che con le sue magnifiche coreografie, è da sempre uno dei migliori della sfilata. Notevoli ed entusiasmanti anche le prestazioni delle chiarine.



Le Botteghe


Colori: Giallo e Viola
Araldica: Inquartato in campo giallo; nel 1° e 4° un lambello viola a tre pendenti, nel 2° e 3° allungato di viola di tre pezzi e due mezzi in palo.
Simboleggia: Il lambello è la più nobile brisura
Vittorie: 2 (1985 – 1990)
Santo patrono: SS. Madonna di Lourdes (2° domenica di Settembre)
Contrada rivale: Borgonovo

Storia

Questa Contrada deve le sue origini al territorio in cui vi è sorta, ovvero la storica zona del  Padule.
Le febbri, fecero passare veri e propri incubi alla zona del Padule,come in un anno che morirono più dei due terzi degli abitanti di questa zona. Alle Botteghe i più anziani ricordano e tramandano le vicende di quei secoli e raccontano che le febbre era una grande ventata che colpiva allo stesso momento famiglie e casate intere. Maturava lentamente, fin dagli inizi dell’estate. Addirittura si dice che c’erano persone del luogo, che si erano specializzate nel calcolarla, studiando il tempo, le albe, i tramonti, il colore del cielo e il peso dell’aria.
Questa zona era il luogo preferito del Granduca di Toscana, Cosimo I° de’ Medici. Egli era molto attratto da questi luoghi, costituiti da terreni facilmente coltivabili, da boschi ricchi di selvaggina e laghi molto pescosi. Era innamorato di ogni singola collina e di quei bellissimi campi coltivati, ma anche di quelli incolti inondati soprattutto nel periodo estivo del fiore tipico di questa zona il “Piscialletto” .Cosimo era infatti un grande cacciatore, amava tutti i generi di caccia, dal cinghiale al pettirosso e sicuramente la zona del padule e le colline circostanti sono da sempre una riserva inesauribile di selvaggina.
Dalla prima metà del XVI secolo , la crisi interna del mercato della lana e della seta, da sempre prodotti portanti dell’economia fiorentina, spinse Cosimo ad iniziare ad investire ingenti capitali nell’acquisto di terreni riuniti in unità poderali ed organizzati in fattorie.
L’interesse sempre crescente per queste terre fa si che nel 1558, egli stesso decida di far rinnovare la Pieve di San Leonardo, il cui piovano è Pier Francesco de’ Ricci, maggiordomo e segretario dello stesso Duca Cosimo.
Il 9 novembre 1564, Cosimo scrive al Reverendo Don Isidoro di Montauto, circa gli scudi da destinare al finanziamento del progetto. Il suo arrivo in villa rappresentava ogni volta un avvenimento importante per i signorotti dei borghi circostanti, che rendevano visita al Granduca ed a sua moglie Eleonora di Toledo, con sfarziosità e gli onori che le occasioni imponevano.



Ricerche di: Ilaria Bartalini, Martina Talini, Elisabetta Calvani

Sitografia:
https://it.wikipedia.org
www.paliodifucecchio.it


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